blog di Tarmina Ninobe




Un bicchiere di latte ed una piazza
col monumento. Un bicchiere di latte
dalle tue dolci sporche nuove mani.

Sandro Penna

mercoledì 25 maggio 2011

Che te ne fai di un titolo?


Non ce la fanno
i belli muoiono tra le fiamme:
sonniferi, veleno per i topi, corda,
qualunque cosa........
si strappano le braccia,
si buttano dalla finestra,
si cavano gli occhi dalle orbite,
respingono l'amore
respingono l'odio
respingono, respingono.

non ce la fanno
i belli non resistono,
sono le farfalle
sono le colombe
sono i passeri,
non ce la fanno.
una lunga fiammata
mentra i vecchi giocano a dama nel parco
una fiammata, una bella fiammata
mentre i vecchi giocano a dama nel parco
al sole

i belli si trovano nell'angolo di una stanza
accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio,
e non sapremo mai perchè se ne sono andati,
erano tanto
belli.
non ce la fanno
i belli muoiono giovani
e lasciano i brutti alla loro brutta vita.
amabili e vivaci: vita e suicidio e morte
mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole
nel parco.
   


domenica 27 marzo 2011

Change Beneath





















kristinvestgard

Lars Henkel

 



Ghost Patrol



































Ghost Patrol

Eric Fischer

Somefield






Guglielmo Castelli

Di Liu

Mistletoe

 

domenica 13 marzo 2011

Resumè


Razors pain you; 

rivers are damp; 

acids stain you; 

and drugs cause cramp.

Guns aren't lawful;

nooses give; 

gas smells awful; 

you might as well live.


 

I rasoi fanno male,
i fiumi sono freddi,
l'acido lascia tracce,
le droghe danno i crampi,
le pistole sono illegali,
i cappi cedono,
il gas è nauseabondo…..
Tanto vale vivere

 

Dorothy Parker

E poi come una mosca

Oh nella notte il cane
che abbaia di lontano.
Di giorno è solo il cane
che ti lecca la mano.



Appena entrato, il vino
gentile della pioggia, in acqua sporca
si muta ... 


E poi come una mosca
impigliata nel miele...



Sandr Penna

Una strana gioia di vivere [1949-1955]


La tua giusta fierezza
per il mio gesto vile
pareva senza asprezza
dorata dal tuo stile.

VI
Le stelle mi guardavano se a tratti
socchiudevano gli occhi come fanno i gatti.

VIII
Il ciclista polverosa
castità offre alla sposa.


XVIII
Oh se potessi io lo compererei.
Solo cosi forse mi calmerei.

XIX
Dacci la gioia di conoscer bene
le nostre gioie, con le nostre pene.

XX
Notte bella, riduci la mia pena.
Tormentami se vuoi. ma fammi forte.

XXX
La rosa al suo rigoglio
non fu mai cosi bella
come quando nel gonfio orinatoio
dell'alba amò l'insonne sentinella.

Sandro Penna

Lorenzo Mattotti





Capelli

 

Papertube Sculpture

Moxiedoll

Minale Maeda



A capottì



Sterling Hundley



A nostra immagine


Girly Tatoo


Andrea Pazienza

E se esistesse veramente?























    Andrea Pazienza

Un bambino annoiato ad una festa

Io vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita


Amavo ogni cosa nel mondo. E non avevo
che il mio bianco taccuino sotto il sole.


Com'era l'onda sullo scoglio aperta
così su quella fronte a me diletta
era il mio amore_e non sapevo quanto
ne gioisse lo scoglio o fosse in pianto.


Con un rapido vezzo hai liberato
la ronte dal ciuffetto. Fieramente
hai dato fuoco alla tua sigaretta.
Ma ricade i ciuffetto. E la stagione
indugia, e ride assai languidamente.


Oh non ti dare arie
di superiorità.
Solo uno sguardo io vidi
degno di questa. Era
un bambino annoiato ad una festa.



Sandro Penna, Poesie, 1970

la petit romenade du poète

Ma ne vado per le strade
Strette oscure e misteriose:
Vedo dietro le vetrate
Affacciarsi Gemme e Rose.
Dalle scale misteriose
C'è chi scende brancolando:
Dietro i vetri rilucenti
Stan le ciane commentando.
 .............................

La stradina è solitaria:
Non c'è un cane: qualche stella
Nelle notte sopra i tetti:
E la notte mi par bella.
E cammino poveretto
Nella notte fantasiosa,
Pur mi sento nella bocca
La saliva disgustosa.  Via dal tanfo
Via dal tanfo e per le strade
E cammina e via cammina,
Già le case son più rade.
Trovo l'erba: mi ci stendo
A conciarmi come un cane:
Da lontanoun ubriaco
Canta amore alle persiane.


Dino Campana, Notturni, Canti Orfici, 1914

Illuminazioni

Nel bosco c'è un uccello, il suo canto vi ferma
e vi fa arrossire.
C'è un orologio che non suona.
C'è un acquitrino con un nido di bestie bianche.
C'è una cattedrale che scende e un lago che sale.
C'è una piccola carrozza abbandonata nel bosco
ceduo, o che scende per il sentiero correndo
infiocchettata.
C'è una compagni di piccoli attori in costume,
intravisti sulla strada attraverso le prime piante
del bosco.
C'è infine, quando si ha fame e si ha sete,
qualcuno per scacciarvi.


Arthur Rimbaud, Illuminazioni

Uomo e donna a letto alle 10 pomeridiane

Mi sento come una scatola di sardine, disse lei.
Mi sento come un cerotto, dissi io.
Mi sento come un panino al tonno, disse lei.
Mi sento come un pomodoro a fette, dissi io.
Mi sento come se stesse per piovere, disse lei.
Mi sento come se l'orologio s'è fermato, dissi io.
Mi sento come se la porta fosse aperta, disse lei.
Mi sento come se stesse per entrare un elefante, dissi io.
Mi sento che dovremmo pagare l'affitto, disse lei.
Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.
Non me la sento di lavorare, dissi.
Mi sento che di me non te me ne importa, disse lei.
Mi sento che dovremmo far l'amore, dissi io.
Mi sento che l'amore l'abbiamo fatto fìn troppo, disse lei.
Mi sento che dovremmo farlo più spesso, dissi io.
Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.
Mi sento che dovresti trovare lavoro, dissi io.
Mi sento una gran voglia di bere, disse lei.
Mi sento come una bottiglia di whisky, dissi io.
Mi sento che finiremo come due ubriaconi, disse lei.
Mi sento che hai ragione, dissi io.
Mi sento di mollare tutto, disse lei.
Mi sento che ho bisogno d'un bagno, dissi io.
Anch'io mi sento che hai bisogno d'un bagno, disse lei.
Mi sento che dovresti lavarmi la schiena, dissi io.
Mi sento che tu non mi ami, disse lei.
Mi sento che ti amo, dissi io.
Mi sento quel coso dentro adesso, disse lei.
Anch'io sento che adesso quel coso è dentro di te, dissi io.
Mi sento che adesso ti amo, disse lei.
Mi sento che ti amo più di te, dissi io.
Mi sento benone, disse lei, ho voglia di urlare.
Mi sento che non la smetterei più, dissi io.
Mi sento che ne saresti capace, disse lei.
Mi sento, dissi io.
Mi sento, disse lei.

Charles Bukowski, Poesie

Frank Juery